Maurizio Ferrandini, cinquantenne sanremese, figlio della città dei fiori e della canzonetta da mainstreamer, è in realtà uno dei tanti fratellini scomodi e mai riconosciuti dal sistema, perché non si è mai uniformato, non si è mai lasciato plasmare dalle mode e da un settore discografico che, per sua natura e storia, tende a corrompere tutti i suoi protagonisti con i generi e le sotto-categorie del pop.
I dischi, Ferrandini, nonostante i corteggiamenti di label Indie e produttori alternativi, ha sempre preferito farseli e finanziarseli da soli, a costo di renderli talmente rari da essere quasi introvabili.
Oltre ad una laurea conseguita nel ramo amministrativo, fin da giovanissimo Maurizio si appassiona di grafica, di montaggio video e di liuteria, ma nel frattempo la sua arte originaria non si disperde: Ferrandini diventa polistrumentista e realizza una dozzina di album in circa 10 anni.
Nel 2020, complice il lockdown dell’emergenza sanitaria, incontra “virtualmente” il vecchio amico Luca Bonaffini col quale realizza un format in cinque puntate per Globus Television dedicate alle “storie dietro alcuni vinili d’arte”: si tratta di Mash Up Kult che, andrà in onda durante il Natale successivo, ottenendo un grande successo. Nel 2021, per lo stesso Bonaffini, realizza il videoclip de “Il futuro ero” (singolo del cantautore mantovano) e sarà proprio in quel contesto che riceverà da Luca la proposta per la pubblicazione di un album.
“Miracolosamente – come ha dichiarato il produttore – Ferrandini ha accettato”.
Nell’aprile 2021 esce con l’album “Io non c’entro col rock”
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